Pier Paolo Pasolini
Alcuni versi de "Il sogno della ragione" da "Poesia in forma di rosa"
P. Paolo Pasolini La raccolta si riferisce a componimenti che vanno dal '61 al '63 e colpisce sia per la forma che per la sostanza rispetto alle sue altre opere poetiche. In questa, che ha una struttura diaristica, non vi è un tema di elezione ma il poeta racconta se stesso, i suoi umori, i suoi viaggi in Africa e Asia, i processi subiti, l'attività di regista. Sembra quasi voler sviare l'attenzione da quello che è sempre stato lo scopo del suo impegno d'intellettuale, abbandonando l'antica vitalità ed è ravvisabile la profonda delusione per una realtà che sempre più gli appare immodificabile. Anche la struttura delle poesie cambia, slegata da ogni tipo di condizionamento formale, tanto che quel "poesie in forma di rosa" si riferisce proprio alla forma del petalo di una rosa. Il poemetto è costruito sui contrasti, attraverso versi sempre in bilico tra pessimismo e speranza, presente e futuro come questi splendidi versi che racchiudono in un linguaggio metaforico tutta la visione ossimorica di Pasolini.[...]
"Ma l'ingenuità non è un sentimento nobile, è un'eroica vocazione a non arrendersi mai, a non fissare mai la vita, neanche nel futuro. Gli uomini belli, gli uomini che danzano come nel film di Chaplin, con ragazzette tenere e ingenue, tra boschi e mucche, gli uomini integri, nella salute propria e del mondo, gli uomini solidi nella gioventù, ilari nella vecchiaia- gli uomini del futuro sono gli UOMINI DEL SOGNO. Ora la mia speranza non ha sorriso, o umana omertà: perché essa non è il sogno della ragione, ma è ragione, sorella della pietà".
Commento di Vincenzo Cervara: Concetto altamente filosofico, che racchiude in sé il pensiero Pascoliano del fanciullo, che non deve morire mai in nessun uomo.
Padroni e Servi
«Finché l'uomo sfrutterà l'uomo, finché l'umanità sarà divisa in padroni e servi, non ci sarà né normalità né pace. La ragione di tutto il male del nostro tempo è qui»